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La Cucina

Una Cucina sempre in fermento che rimane in ascolto e si lascia ispirare dagli stimoli più interessanti, senza mai tradire la sua essenza pulita, delicata ed equilibrata.
Uno stile che si è evoluto in oltre 20 anni di esperienza dal 2003, consolidandosi in un approccio sperimentale che prende forza da radici tradizionali del territorio emiliano e italiano.

Nei suoi piatti Luca Marchini celebra le eccellenze gastronomiche nazionali trovando nuove letture anche attraverso la contaminazione di specialità e Cucine estere, tendenza nata dai suoi frequenti viaggi pleasure e business. Nel “Ramen, salsa i vegetali, brodo di germano reale” (anno 2020) ne troviamo un esempio con l’omaggio ad una tipicità giapponese abbinata alla tradizione emiliana, un piatto largamente apprezzato per il suo equilibrio, la delicatezza e la valorizzazione dei singoli elementi.

I contrasti e i picchi di bilanciata acidità fanno parte della “firma” di Marchini in numerose sue creazioni. Contrasti e abbinamenti dati non solo dal sapore. Il piatto infatti ha le sue geometrie, ha la sua palette colori, offre consistenze diverse che creano un’esperienza dimensionale anche in bocca. “L’Emilia e la Campania” (anno 2017) è un tortellino “bugiardo” abbinato a cozze, emulsione di bisque ai crostacei, panna acida, cacao e caffè. Oltre ad essere un’interessante contaminazione regionale, offre rotondità e toni acidi, consistenze al dente, morbide e “polverose” con una cromaticità piacevole che ha catturato a lungo il palato e l’attenzione del pubblico.
“Sembra, ma non è” è un altro concetto studiato e proposto dallo chef come divertente e piacevole provocazione. L’intento è di richiamare sempre l’attenzione e la consapevolezza dei nostri sensi quando approcciamo una degustazione, senza fermarsi all’apparenza. Tra i piatti più “scioccanti” abbiamo sicuramente la “Mortadella di fragola, sorbetto al passito, pane, crema al burro” (anno 2019), dove il ricordo di una fetta di mortadella riprodotta in tutte le sue parti, si trasforma per proporre invece un dessert.

Ma il fattore di crescita più prezioso a cui lo chef dà grande importanza è l’apporto culturale e creativo della sua brigata che assieme a lui sa rendere vitale la Cucina de L’Erba del Re da oltre 20 anni.
Conoscere il percorso di questa evoluzione è sempre possibile attraverso la Carta e le Degustazioni proposte da Marchini. Ci sono piatti, come l’iconico “Passatello asciutto, ragout di sovracoscia di pollo, uvetta e omaggio alla Romagna” (anno 2003), che raccontano un solido inizio attraverso l’omaggio alla cultura gastronomica della nostra Regione e creazioni che offrono invece una più complessa visione concettuale e tecnica come “Pasta olio e peperoncino” (anno 2024 ), un bottone di pasta ripieno all’estratto di amido, aglio e peperoncino su emulsione e fondo di pasta.

Ma il fattore di crescita più prezioso a cui lo chef dà grande importanza è l’apporto culturale e creativo della sua brigata che assieme a lui sa rendere vitale la Cucina de L’Erba del Re da oltre 20 anni.
Conoscere il percorso di questa evoluzione è sempre possibile attraverso la Carta e le Degustazioni proposte da Marchini. Ci sono piatti, come l’iconico “Passatello asciutto, ragout di sovracoscia di pollo, uvetta e omaggio alla Romagna” (anno 2003), che raccontano un solido inizio attraverso l’omaggio alla cultura gastronomica della nostra Regione e creazioni che offrono invece una più complessa visione concettuale e tecnica come “Pasta olio e peperoncino” (anno 2024 ), un bottone di pasta ripieno all’estratto di amido, aglio e peperoncino su emulsione e fondo di pasta.

Equilibrati contrasti, interessanti contaminazioni e piacevoli provocazioni distinguono l’estro personale della Cucina di Luca Marchini, ma L’Erba del Re ha certamente il carattere di una proposta rassicurante dalle solide basi con una carta che offre spazio a palati diversi per un’esperienza rilassante da ricordare.

Gruppo Luca Marchini